La pasta è servita: ecco chi continua a condirla col glifosato (Nuove analisi)
Non hanno ancora imparato la lezione? Il Salvagente inchioda sette produttori. Cosa bolle in pentola…
Non hanno ancora imparato la lezione? Il Salvagente inchioda sette produttori. Cosa bolle in pentola…
La storia dei profili di Facebook è vecchia. La tirano fuori dopo la mezza sconfitta della Merkel in Germania e dopo la vittoria del Movimento 5 Stelle in Italia. La verità è che le multinazionali non controllano più la politica negli USA e in Europa. Da qui una ‘crociata’ antistorica per bloccare i nuovi soggetti politici che raccolgono il consenso con la rete, a differenza della vecchia politica che il consenso lo crea con le tangenti
E’ in atto, ormai da tempo, il tentativo, da parte di una UE controllata a bacchetta dalle multinazionali, di eliminare le radici cristiane dall’Europa. Gli ‘europeisti’ ci hanno provato con la Costituzione europea ‘bocciata’ dai cittadini. Ma il tentativo è tutt’ora in piedi e va avanti, protetto dal ‘Trattato di Lisbona’ che i ‘capi’ dell’Unione Europea tengono ‘democraticamente’ nascosto
Le società Barilla, Garofalo, De Cecco, Divella e La Molisana e dell’A.I.D.E.P.I. (Associazione delle Industrie e della Pasta Italiane) avevano chiesto al Tribunale di Roma la cancellazione, dal blog de I Nuovi Vespri (con il quale questo giornale collabora) e dal sito di GranoSalus, di una serie di articoli sulla questione del grano duro perché li ritenevano “diffamatori”. Ma la loro istanza è stata respinta (in calce il pronunciamento dei giudice del Tribunale di Roma)
La Calabria è stata la prima regione italiana a tagliare i fondi alle aziende che usano questa sostanza. Una decisione che va in una solo direzione: sensibilizzare l’opinione pubblica e arrivare ad uno stop europeo. Solo in questo modo si potrebbero chiudere le frontiere al grano canadese che ne contiene quantità massicce (e usato dalla industrie). Ricordiamo che per l’OMS è una sostanza cancerogena.
La decisione è dello scorso dicembre. Pietro Molinari, presidente di Coldiretti Calabria, spiega perché è importante e come si lega al tema del grano usato dai pastifici industriali.
E’ la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che al blog inuovivespri.it (con il quale collaboriamo) succedono “cose strane”quando pubblica notizie relative alla pasta che contiene veleni. Per i tecnici “c’è qualcosa di strano”
“Mi chiedo con quale faccia possano parlare ai nostri agricoltori e produttori, gli eurodeputati siciliani e sardi dei partiti centristi che appartengono ai gruppi che hanno votato a favore del Ceta”
Non potranno certo fare la differenza. Ma il loro voto di oggi a Bruxelles darà comunque una idea della loro azione politica: da che parte stanno gli eurodeputati eletti nella circoscrizione Sicilia- Sardegna? Dalla parte dei nostri agricoltori o delle multinazionali?
I canadesi, che non si fanno alcun problema a rifilarci il grano duro zeppo di veleni, hanno preteso e ottenuto mille controlli sulla salubrità dell’uva Italia (che, detto per inciso, è una delle migliori uve da tavola del mondo!). Sono i paradossi di una Regione governata da politici dilettanti (non vogliamo pensare ad altre ipotesi…). E il bello è che l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, si vanta pure di aver fatto controllare l’uva che verrà esportata. E sul grano duro mezzo avvelenato che arriva in Sicilia con le navi, assessore, nessun controllo?
La UE che, per i veleni contenuti nei derivati dai cereali, fissa limiti che danneggiano la salute degli italiani. Il Ministero della Salute che non vede, non sente, non parla. I mancati controlli sui grani esteri pieni di micotossine e glifosato che arrivano nei porti italiani. Così sulle nostre tavole finiscono pasta, pane, pizze, biscotti pieni di sostanze al veleno. E il grano duro di Puglia, Sicilia e Basilicata, tra i migliori del mondo, va a farsi benedire. C’è un modo per venirne fuori? Sì. Ce ne parla in questa intervista il leader di GranoSalus, Saverio De Bonis. Che ci racconta la rivoluzione dal basso del Sud Italia contro le multinazionali